L'inverno cigola come un carrello della spesa a zonzo tra il pesante di noi corpi e le anime incastonate dentro cattedrali e panettoni non torneremo
di comete Ora si sentiva persa E vide Plutone sospeso nel grigiore mite, troppo buio e riprese il suo cammino Vide Nettuno sparire in fondo a un mare
Croce di sangue sullo scudo mano protesa per forte paura mantello strappato dalla spada custode del Santo Sepolcro Karbogha, un urlo in mezzo al
e disse "addio" con volto non vero e lui cammina piangendo storto e nulla che rifletta il male se non, acque immobili a specchiare l'urlo del silenzio
piccola la ascolta, ali chiuse, sguardo spento forse impreparata ad un tema cosi amaro E lei non parla ed io leggo in volto il verso del giaguaro
non aver paura" A un bambino queste cose son lontane come salti di rane dentro immense paludi come sputi a gola secca scagliati contro un'onda del mare
Come faro a capire quel che sai di me? se non hai mai capito che sono pazzo di te E come potro ascoltare solo gli occhi tuoi? se non hai mai capito
in piedi!" E lei rimane di vetro ed incespica dicendo che e felice di partire poi ritorno ad impegnarsi su quella piega del vestito non si accorge
corpo trasporto nel buio, diviso dal faro sparo di stelle frecce di luna su pelle volo ferito e goccia il mio sangue sul mare infrange silenzio
Mi sveglio stamattina con un male al teschio l'alito di un lama e la faccia distorta mi infilo i pantaloni sulle mutande sporche la casa e abbandonata